Ore 5.05, appena rientrato dopo una serata estenuante, troppo brillo, ma non tanto da essere ubriaco. Non ho mai scritto con una mente così aperta, e sono felice di farlo ora, consapevole che, domani, mi pentirò di queste righe. Ho mandato a fanculo tante cose nell’ultimo periodo. Ho frantumato tanti sentimenti, e qualche cuore. Ho preso una scelta per la quale pagherò tante conseguenze, nella mia lunaticità. Ho reso la mia vita una cazzata. Ecco, questo è tutto. O niente? Mi sono rifiutato di rifugiarmi dietro quelle sbarre in cui sono stato recluso per tanto tempo. Non contento, ho rigettato in mare il tesoro che, con tanta fortuna, avevo trovato. Ed ora? Sono solo, a dover pensare esclusivamente a me stesso, a non dover dar conto a nessuno per le mie azioni, a dover lottare per la conquista di qualche frivola cottarella giovanile. E, forse, vista la mia età, è proprio questa la vita che dovrei vivere. Sono felice? Da eterno insoddisfatto il quale sono, non saprei rispondere a questa domanda. Riesco solo a dire che ho commesso tanti sbagli, com’è giusto che sia, per i quali sto pagando le conseguenze sul mio cuore. Adesso esigo un applauso per aver sfornato queste ennesime sagge righe da questa mente superficiale, all’alba, rispettando i segni di punteggiatura, con dieci bianchi in corpo. Voglio dormire. Voglio svegliarmi?