Amore. E’ una mia impressione, o siamo tutti ossessionati da questa parola? Ovunque volti il mio sguardo non posso fare a meno di leggere parole, frasi, note, dedicate all’amore, che sia nascituro, verso l’epilogo, infranto, ed eterno, quello apparentemente più bello. E’ tutto molto strano. Tempo fa lessi un aforisma che diceva qualcosa del tipo: "Chi sceglie di amare, sceglie di soffrire". Quant’è vero? Eppure, siamo tutti così ansiosi di vivere questo sentimento dal doppio volto, ci ossessioniamo sin dall’adolescenza alla ricerca di quella che dovrebbe essere la nostra anima gemella, rendendo la nostra vita una vera e propria caccia al tesoro, trasformandoci in pedine su un percorso fatto di gioie e dolori, nel quale, alla fine, non sappiamo se definirci vincenti, o perdenti. Fatto sta che, col passare del tempo, la nostra ottica verso questo tanto ambito sentimento si evolve, e lo fa in base alle esperienze vissute. Diventiamo schiavi d’amore, o magari eliminiamo definitivamente ogni possibilità di dire: "Lo voglio", dalla nostra vita. Eppure, lessi anche che l’uomo è nato per amare. A tal proposito mi chiedo, possibile che bastino una persona, un amore finito, per farci dimenticare tutte le cose belle che abbiamo? Penso alla mia vita, e nonostante la mia situazione familiare non sia delle migliori, mi sento il ragazzo più fortunato del mondo, per quello che ho avuto, e per quello che, oggi, possiedo. Ma c’è quello stato d’animo chiamato "solitudine", palpabile sul cuore e sulla pelle di ognuno di noi. Ed è questa la risposta ad ogni mio quesito. Sarò anche giovane, potrò anche divertirmi, ma voglio essere ingenuo, e mi piace credere, sperare, che esista quell’anima gemella che mi farà compagnia finché non mi addormenterò per sempre. Perché, in fin dei conti, dopo qualche delusione, è sempre bello credere nell’amore eterno, e pensare che, da qualche parte, ci sia ancora un mondo da scoprire. Eppure…