Milano. Sono arrivato qui ieri, alle 14.50 circa, dopo un viaggio in auto con i miei genitori. Dopo un sabato notte d’arrivederci unico, indimenticabile, con i miei grandissimi amici. Amici che amo, che rappresentano per me la complicità. Amici che mi amano unicamente per ciò che sono. Ho pianto, versando lacrime d’amore. Ho dovuto dire “arrivederci” all’unica persona a cui non avrei mai e poi mai voluto dirlo, e sto vivendo un distacco terribile, straziante, secondo solo ad uno che ho subito più di due anni fa. Parole che rimbombano nella mia mente. Righe che scorrono davanti ai miei occhi. Una canzone che suona a ripetizione nelle mie orecchie. La Luna, nelle mie mani. Ho avuto la fortuna di trovare l’oro, e ringrazio Dio per questo. Qui mi sento solo, devo ammetterlo, ed è una solitudine dovuta al pensiero che tutto dipende solo ed esclusivamente da me. Per la prima volta in vita mia non ho appoggi, di alcun tipo, se non quello economico dai miei genitori. Ci sono solo io. Mi sento bloccato di fronte ad ogni azione; per fare un semplice esempio, non bevo dai bicchieri di vetro per evitare di doverli lavare. Senza contare che dovrò fare la prima lavatrice della mia vita, e ciò appare alla mia mente come una terribile condanna. E quando dovrò cucinarmi qualcosa?! Di certo non potrò campare per sempre con panini e cene a portar via. In compenso, Milano è magnifica. Amo la strada su cui vivo, Corso Buenos Aires. L’unica cosa a cui farò fatica ad abituarmi è l’accento milanese, che proprio non mi piace. Di seguito c’è una canzone che amo, video compreso. Un pezzo che mi ha sempre dato carica e grinta. Ho bisogno di forza come non mai!

“Eccomi qui, da solo.
Non ho bisogno di nessuno,
né di chiunque altro,
perché ora sono più forte di ieri.
Non c’è niente,
se non la mia strada.
La solitudine non mi uccide più.
Io sono più forte!”