“Chi ama a prima vista tradisce ad ogni sguardo”, recita lo slogan del film “Closer”, con Julia Roberts e Jude Law. Qual è il senso di questo aforisma? Il vero significato di queste parole? Ora come ora, nessuno può saperlo meglio di me. “Amore a prima vista”, oppure “colpo di fulmine”. Esistono davvero queste due ultime cose? Ebbene sì, esistono, ma quanto sono reali nella futilità in cui nascono? “Amare” è una parola grossa, e di certo lunge da me da tanto tempo, perché l’amore nasce col tempo, e non in un lampo, e a volte si diventa vittime di un’infatuazione che dura poco meno di una sigaretta. O magari di un cocktail. O di una sana scopata, che non guasta mai. Ma è tutto lì. Non c’è nient’altro, se non lo sforzo di voler avere una relazione, quasi come se fosse un gioco, “il gioco degli innamorati”. Ma quanto c’è di reale in un gioco? Nulla. Il discorso è diverso quando si cerca, invece, di coltivare qualcosa in quel “gioco”, ed è lì che quest’ultimo sfocia nella realtà dei fatti, nel mettere alla prova se stessi. Un investimento. E, come in ogni azzardo, ci sono dei rischi. Io ho rischiato. E magari avrò perso. Ma c’è una cosa che non perderò mai, che non smetterò mai di amare prima di qualsiasi altra persona a questo mondo, e che non cambierò mai per alcuna ragione. La cosa più preziosa che ho. La cosa che ha più valore nella mia vita. Me stesso. Sogni d’oro.