Ci sono esigenze che vanno soddisfatte. La mia necessità più grande, in questi giorni, è tornare a casa. Ho bisogno di staccare la spina, di respirare la mia vecchia aria, di rivedere la mia famiglia e i miei veri amici, di dormire nel mio letto, di accarezzare la mia cagnolina, di farmi un bagno nella mia Jacuzzi, di sdraiarmi sul divano in soggiorno e guardare un film in HD su Sky, di mangiare qualcosa che non sia pre-cotto, surgelato o che provenga da un fast food, di divertirmi negli ambienti in cui ho vissuto i momenti più belli della mia adolescenza. Ho bisogno di prendere un’intensa pausa da questa merda in cui sono sprofondato. Sabato 19 Marzo tornerò a Napoli. Casa mia non mi è mai mancata così tanto. E pensare che a Gennaio sono ritornato qui scappando, perché dicevo di non avere più alcun motivo per restare lì. Ed ora è il contrario. L’Università è l’unica cosa che mi tiene fermo, il resto è un piattume fatto di monotonia, banalità e squallore. Non avevo mai visto un posto così freddo. Non avevo mai conosciuto tante persone così false, arriviste e opportuniste. Non avevo mai provato la solitudine che sto provando ora. Siamo tutti soli, ma non ce ne rendiamo conto. Ci circonda tanta gente, tanti “tesori” e “amori”, senza capire che siamo l’uno per l’altro un oggetto occasionale. E non parlo d’amore, perché lì ci sarebbe da piangere per quanto sia tutto così triste, squallido e patetico. Non avevo mai conosciuto una persona così immatura, e allo stesso tempo tristemente convintissima di non esserlo. Ho diciannove anni, e non so se ritenermi fortunato o sfortunato per riuscire già a vedere il mondo ad occhi così aperti. In questo periodo sto capendo tanto e niente, sto mettendo in discussione me stesso per la millesima volta nella mia vita. E non c’è niente di “reale” che mi circondi. Venti giorni esatti alla “salvezza”, e intanto si spera in risvolti migliori. Sarebbe troppo se vi chiedessi di andarvene tutti a fanculo? Scusate, ma almeno io sono onesto.
Il Capolavoro, per chi sia tanto fuori dal mondo da non averlo ancora visto.