Siamo tutti dei grandissimi maestri nel giudicare gli altri. Lo facciamo con una padroneggiante spontaneità, e il più delle volte con gusto. Quasi come se fosse appagante sparare a zero sugli altri. Io, come il resto del mondo, non posso negare di farlo, e, allo stesso tempo, ne ho sentite tante su di me, da ogni dove, ed ho sempre riso. Tanti giudizi affrettati, tante critiche infondate, anche da parte di quelle poche persone che amo. E sono le critiche da parte di queste che più mi colpiscono, perché mi fanno riflettere su cosa è veramente sbagliato e cosa no. Praticamente, la gente parla, ci spiattella i nostri difetti in faccia, e noi cerchiamo di cambiare, se ne vale la pena. Ho sempre imparato dai miei errori, ed ho sempre cercato di cambiare i difetti che, col tempo, mi sono stati fatti notare. C’è una forma d’ipocrisia, però, che consiste nel giudicare gli errori degli altri, per poi commetterli. E’ davvero intollerabile. E allora mi chiedo, che valore si può dare a delle critiche fatte da persone che predicano bene e razzolano male? Ma soprattutto, in un mondo che ci sorride in faccia, per poi alzarci un dito medio alle spalle, si può ancora contare su qualcuno? Una persona che amo, due giorni fa, dopo aver letto il mio penultimo post, mi ha scritto: “Le persone vanno e vengono. Nessuna ci accompagnerà per sempre. Resteranno bei ricordi, ma pensando troppo al passato si rischia di non godersi il presente. C’è tanta gente da conoscere, da perdere e da ritrovare. Da mandare a quel paese, e da sentirne la mancanza subito dopo. Gli unici che non perderemo mai sono la nostra famiglia!“. Io qui non sto parlando di passato, ma di un presente in cui niente sembra essere reale. E la realtà è un valore, proprio come l’amore. Di fronte alla falsità, non posso fare altro che sbattergli la porta in faccia. Ne ho avuta abbastanza.