Beati gli ignoranti, i superficiali, gli stolti. Perché collegano il cuore agli occhi, e non alla mente, sentono, ma non ascoltano, e vivono, senza farlo per davvero. Tempo fa, una persona misteriosa conosciuta per caso mi disse che a breve avrei vissuto un cambiamento personale, interiore, considerandolo un’esperienza magnifica. Non è da me credere a indovini, sensitivi, cartomanti e gente del genere, né fa parte dei miei ideali razional-Cristiani. Eppure eccola qui, puntuale come un orologio svizzero, la profezia avverata. Circostanze createsi da un giorno all’altro, in un mese, quale è Marzo, che ha sempre portato rilevanti cambiamenti nella mia vita. Sono qui, a casa mia, dove sono cresciuto, a scavare nel profondo di me stesso, rovistando nei cassetti delle mie memorie, tra ricordi passati e recenti, quasi a voler comporre il puzzle di me, di quello che sono arrivato ad essere. E sorgono rassicurazioni, ma anche paure, incidenti di percorso, rimorsi, e tante cazzate che se potessi ritornare indietro eviterei di fare. Credo che l’introspezione segni una svolta nell’esistenza di ognuno di noi, come una sorta di stop davanti al quale fermarsi, per poi guardarsi indietro e ricominciare a camminare, con qualche lezione in più. E forse è proprio questa la vera maturità, che non arriva mai troppo tardi, nonostante a volte vorremmo averla avuta prima per non dover sentire il peso dei pentimenti passati. Magari da questi ultimi dovremmo trarre soltanto il bene che possono darci, e pensare che, dunque, non tutto il male viene per nuocere. Ed il bene, infatti, è quello che sto provando ora, in questi giorni tra me e me, sentendomi diverso, cambiato, e probabilmente migliorato. Perché anch’io ho vissuto attraverso gli occhi, senza ascoltare. Ma adesso ho proprio voglia di farlo con la mente. Amandomi.