Il diavolo veste Prada.

L’Inferno. Il Paradiso. La mia fede mi porta a credere nell’esistenza di questi due posti ignoti, il primo mortale, il secondo eternamente vivo. Mi è rimasta impressa una citazione di Jim Morrison che ho letto tempo fa: “Non volevo nascere, e sono nato; non volevo vivere, e sto vivendo; ma quando morirò, andrò in Paradiso, perché l’Inferno lo sto già vivendo”. Invidio i Cattolici, la loro sufficienza con cui si convincono di finire in Paradiso, così, per diritto, come ricompensa per qualche ipocrita buona azione compiuta. Magari una donazione a qualche ente in nome di Padre Pio, scusate, ormai diventato San Pio. Ci lusinghiamo illudendoci che l’intelletto umano abbia compiuto grandi passi, eppure le cose non sono poi tanto cambiate rispetto ai tempi delle indulgenze, praticamente i primi secoli di due millenni fa. Basti vedere l’Italia, il suo “religioso” Vaticano, e quel diavolo vestito Prada chiamato Papa. Fede e credenza, due cose ben distinte e separate, così come Dio e religione. La Verità, una semplice conoscenza che si può dare per certa con fiducia, provando a sfogliare quella Parola sotto il titolo di Bibbia. Quel libro enorme, scritto a caratteri al limite del leggibile, noioso, vecchio, bigotto. Ma c’è un però. La speranza di poter essere salvati, dal mondo, dalla tristezza, dalla sofferenza. La chiave per la positività, mentale e spirituale. L’unico vero accesso a ciò che può realmente essere definito “vita”. Siamo nel 2012, e più che disprezzare i Cattolici, a mio umile parere poveri ignoranti vittime della più grande istituzione mondiale, la vera repulsione la provo per chi non crede. Disgusto, verso l’ateismo che fa tendenza, verso il politicamente scorretto che fa cool, verso chi non ha un appiglio a cui aggrapparsi di fronte la negatività della vita. Ma che, in fondo, è un grande cultore dell’apparenza. Perché è proprio il concetto dell’ateismo-che-fa-figo ad essere l’ideale più troglodita che si possa avere. La ragione umana sopra ogni cosa; eppure gli uomini hanno inventato la bomba atomica, ma nessun topo costruirebbe una trappola per topi, tanto per citare il grande Einstein. Temo l’Inferno, prego per il Paradiso. E intanto me ne sto qui, a godermi quello che più si avvicina alla mia idea di Paradiso su questo mondo. La mia casa, la spiaggia su cui sono cresciuto e il mare in cui nuoto da vent’anni, le strade buie di campagna di notte, in macchina, che non fanno mai paura, ma che danno un senso di protezione e calore. Credo, e lavoro per la fede. Perché, pensateci, la vera apertura mentale sta nel pensare che ci sia qualcosa di immensamente superiore a noi, ed è a tratti confortante. Credere nell’Infinito.

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