Centosettantacinque parole.

Erano due vite. La differenza tra il cielo e la terra. Il bianco, che diventa nero. La classe di Elvis Presley, la tormentatezza di James Dean. Erano una bionda, e una doppio malto. La luna di notte che sentiva la mancanza del sole. Persi, tra quelle stelle che non avrebbero mai eguagliato il loro splendore. Belli, troppo per appartenere alla terra. Dannati, da cadere dal cielo. Come l’Enrico IV shakespeariano.

Se i sogni si potessero fotografare, apparirebbero cupi, sbiaditi, impossibili da definire. Un’immagine confusionaria, toccata da una leggera luce che scopre le sue ombre. Come il riflesso di un volto sull’acqua del mare. Tutto ciò che resta. Insieme alla porta semichiusa di una stanza buia, dietro la quale si nascondeva il sole. Ed era come una preghiera non rivolta a Dio. Una preghiera senza destinatario. Sogni diversi, speranze inconciliabili. Due mittenti. Erano una testa persa, rinsavita grazie ad una triste realtà. Ed un cuore, che non basterebbe una vita intera per essere recuperato.

E’ un cigno bianco macchiato di nero. Che un giorno diventerà d’oro.

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