Nudo.

E’ venerdì notte, le 2:54 esattamente, e sono a casa dei miei genitori, in questa stanza dove qualche anno fa trascorrevo i pomeriggi al computer consumando Blackout di Britney Spears nel mio amato impianto Hi-Fi e fantasticando su come sarebbe stata la mia vita da adulto senza però avere troppa fretta che arrivasse, quella vita adulta. Quando mia madre rientrava dall’ufficio, bussava alla mia porta, mi dava un bacio, mi chiedeva se avessi fatto i compiti e mi diceva cosa avremmo mangiato a cena dopo che sarebbe tornata dalla palestra. Mi chiedo quante vite siano passate da allora, e quanti Alessandro sono stato.

E’ la seconda volta in tre settimane che corro qui, di corsa, con un Frecciarossa prenotato poche ore prima di partire. La fine di una storia importante o di un qualunque periodo che abbia avuto un certo spessore nella nostra vita ci fa sempre sentire un po’ persi, confusi. Smarriti. Fumavo una sigaretta sul balcone della mia stanza; di fronte a me il parco, il cielo stellato, la quiete più assoluta. E mi sono reso conto che è da qui che vengo io. Da questa casa, queste strade, questo paesino dimenticato da Dio che per me vale più di una Manhattan o di una Londra qualsiasi. Nella vita scappiamo via, ci trasferiamo altrove per seguire le nostre ambizioni e vedere realizzati i nostri sogni, carichi di speranze, con tanta voglia di toccare il cielo. Eppure torniamo sempre indietro quando abbiamo bisogno di ritrovare noi stessi, e cerchiamo rifugio nella spensieratezza della nostra infanzia, quando per essere felici ci bastava un caminetto acceso in soggiorno e un film da guardare tutti insieme sul divano. E non ci importava cosa ci fosse al di fuori della porta di casa, perché tutto l’amore di cui avevamo bisogno era sotto il nostro tetto.

Vorrei poterti dimenticare il tempo di chiudere gli occhi e riaprirli. Vorrei riuscire a smettere di pensare a quanto fossimo felici insieme, al modo in cui sorridevamo e ci abbracciavamo, raccontandoci la vita che sognavamo di trascorrere insieme, un giorno. Penso a quando giravamo per i bar e i locali di Düsseldorf, sconvolti per quanto facesse schifo la vita notturna da quelle parti, ma felici perché la birra era cheap. Penso a quando passeggiavamo di sera tardi sugli Champs-Élysées mangiando croissants e macarons de Ladurée, appena dopo esserci detti il rituale ti amo di coppia sotto la Tour Eiffel illuminata. Penso ai baci in aereo prima di decollare da Heathrow verso quel paradiso indimenticabile che per entrambi sarà per sempre nostro. E quante birre in dieci ore di volo! Penso a tutto, tranne che alla mia vita senza di te.

I se e i ma la fanno da padrone in tutti i miei pensieri.
Quello che un tempo era il nostro amore oggi è diventato un verbo al congiuntivo trapassato.

Le rose, i fiori, è tutto appassito.

E’ rimasta soltanto una favola da raccontare negli anni, senza rancore, ma con un bel sorriso.
E un punto, che probabilmente resterà per sempre il nostro ultimo e più grande errore.

«Tra tutte le parole dette o scritte, queste sono le più tristi: “Avrebbe potuto essere!”.»
– John Greenleaf Whittier

2 thoughts on “Nudo.

  1. Sei spettacolare quando scrivi.Mi arrivano una miriade di sensazioni…non smettere!anzi,dovresti farne il tuo mestiere.Sembri una persona molto profonda che sicuramente passerà questo momento..anche se,sono proprio questi momenti che ti permettono di tirar fuori questi bellissimi “pensieri profondi”.

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