14 settembre 2014
Credo che sia inevitabile che in certe date che rappresentavano avvenimenti e ricorrenze importanti il pensiero vada al passato. Andiamo avanti, o almeno ci sforziamo di farlo, cerchiamo di distrarci, di fare nuovi progetti, ma il tempo è lì, pronto puntualmente a ricordarci quanto avessimo accumulato, costruito e perso. E il rancore non basta a buttare via tutto, perché la mente vola sempre verso quei ricordi più belli, quando eravamo felici e tutto era basato sul costruire un futuro da condividere in due.
Vorrei poter dire di non avere rimpianti, e invece ne ho, insieme a domande che probabilmente non troveranno mai delle risposte, finché non scompariranno via del tutto, sbiadendosi nel tempo e perdendo tutta la loro importanza e valore. Come l’amore.
Cosa è andato storto? Come è possibile che un amore così grande fosse destinato ad essere parte del passato da etichettare come un periodo iniziato e finito per sempre? E la peggiore: riuscirò mai a provare di nuovo dei sentimenti così forti e ad imparare dagli errori passati?
Credo ancora nell’amore e non ho mai creduto a quelli che dicono che ce ne spetta uno soltanto nella vita. Forse, però, non credo più nel per sempre, nell’amarsi e onorarsi finché morte non ci separi.
Non si è più disposti a lottare, a sacrificare se stessi una volta finita la magia per rimettere insieme i pezzi. Ed è facile dire addio alla prima sfida.
Abbiamo le foto, le cronologie di conversazioni, i regali e i ricordi a loro associati.
Abbiamo i sentimenti, quei pochi rimasti, con cui dobbiamo convivere senza poterli esternare.
E abbiamo la rabbia, stanco di essere ipocrita, che mi fa augurare tutto il peggio a chi me lo ha fatto vivere.
Del resto, why should I wish all the best to someone who gave me all the worst?
Non si smette mai di imparare, e finché ci saranno persone capaci di farci vivere il vero e proprio inferno allora saranno grandi lezioni di vita.
Lezioni di vita a cui sarò eternamente grato. Nel bene e nel male.
All the worst,
Ale