Punto e da capo.

Non trascorrevo un weekend come questo da tempo. Più di un anno. Ne ho ricavato drink (tanti), locali (un bel po’) e tante facce. Volti noti, volti che non vedevo da tempo, volti estranei. Pare che sia questa la celebrazione della libertà, dopo un anno speso ad amare qualcuno. Circondarsi di volti, sorrisi, brindisi, finché le luci diventano soffuse, caotiche, e ci si ritrova abbagliati dalla luce del mattino, in un letto che non ci appartiene. E ci rendiamo conto di essere single. Soli, in balia di noi stessi. E non conta più quello che abbiamo fatto, o chi abbiamo amato in passato, perché siamo a punto e da capo.

Come un tempo c’era il buon senso della fiera della vanità, oggi prevale la fiera della felicità. Un’ostentazione di sorrisi e spensieratezza, quasi una gara a chi va avanti per primo. L’amara verità è che nessuno va avanti. Passano i giorni, finiscono i drink, gli amici tornano a casa, i letti che non ci appartengono diventano un ricordo offuscato. Resta un gran mal di testa, e i fantasmi con cui fare i conti quando torniamo nel nostro letto. Da soli, sotto le lenzuola, con i ricordi che diventano ossessivi e prepotenti. Un fermo immagine che non ci lascia in pace.

E non ci resta niente di quel weekend da leoni. Se non un conto notevolmente diminuito, e l’effimera convinzione di stare andando avanti. Per aver brindato spensieratamente. Per aver baciato altre labbra. Per aver toccato altri corpi. Mentre il tabellone resta fermo sullo 0 – 0.

Non ci sono vincitori, né perdenti. C’è solo solitudine, mista ad una errata concezione di “voglia di vivere”.

Ci risveglieremo domani. Inizierà un’altra settimana. Ci sarà un altro weekend.

E saremo di nuovo punto e da capo.

Estate-v’ buon’!

Preparo le valigie, e non mi sembra vero. Da domani alle 13:30, ora in cui uscirò dall’ufficio, sarà finalmente estate anche per me! Estate, che mai come quest’anno sento di meritarmi, dopo aver trascorso giugno e luglio tra esami universitari e Probeat Agency. Quest’ultima, un’esperienza che in quattro mesi mi ha dato l’opportunità di approcciarmi al lavoro, quello vero, fatto di orari da rispettare, responsabilità e soprattutto, cosa più importante, una minima formazione che porterò dietro, inseguendo la strada del mio futuro che si fa sempre più chiara. E sono felice. Felice per aver sacrificato parte delle mie vacanze estive da fresco studentello, e per essermi, in parte, responsabilizzato, dopo una classica vita irregolare da ventenne che diventa sempre più regolare. E come al solito, le lezioni più importanti sono venute dalle ‘cazziate’, l’ultima, forse la più importante, ricevuta oggi. E ad agosto, il 27, andrò punto e da capo, in un’altra agenzia di pubbliche relazioni. Ma prima, mi aspettano sole, mare e mojito al tramonto (e qualche libro). Coi miei amici di sempre, quelli che passano mesi senza vederci ed è come se non ci fossimo mai lasciati. Di fronte a quella splendida isola che ci unisce dai tempi di Lizzie McGuire su Disney Channel, quando se prendevamo un Bacardi Breezer eravamo grandi, e passavamo le ore in spiaggia, di notte, prima di rompere l’imbarazzo, e baciarci.

E allora, flip flop Havaianas ai piedi, zainetto Eastpak alle spalle, crema solare, telo, libro da ombrellone (“La fine dell’amore”, di Ilaria Bernardini)… E che questa estate sia con me! 🙂